Quest’anno abbiamo visto il primo panettone comparire tra i banchi del supermercato a ottobre.
Del resto le prime maschere e i primi dolci di carnevale appaiono ormai a gennaio; le colombe e le uova di Pasqua fanno capolino poco dopo e ai primi di maggio si parla già di prova costume.
Il calendario del consumismo a volte prende il sopravvento su quello reale. Rosicchiando man mano attese, desideri e il piacere di condividere momenti di festa.
Quest’anno abbiamo pensato di preparare per i bambini e i ragazzi dei nostri corsi un supporto per l’Avvento e la Novena di Natale. Potete scaricarlo qui, usarlo e diffonderlo come desiderate:
Nelle nostre intenzioni, questo opuscolo dà agli adulti che accudiscono i giovani aikidoka uno strumento importante e anche ambizioso e un po’ visionario. Importante perché consente di condividere con i loro figli, in casa, durante le domeniche e le feste di Natale, alcuni elementi della pratica che settimanalmente li impegna.
Ambizioso perché, seguendo i testi della liturgia dell’Avvento, si può scoprire che il Natale è il racconto delle infinite possibilità di bene e bellezza che nascono da un incontro tra Cielo e Terra. E, seguendo gli esempi, i contenuti multimediali e le poche righe di approfondimento, si può capire che l’Aikido è allenarsi a cercare un incontro. Un cammino verso la scoperta delle infinite possibilità che nascono aprendosi verso chi ci sta di fronte.
Visionario perché sappiamo quanto sia difficile trovare il tempo per dedicarsi insieme, come famiglia, a momenti di vera condivisione.
Non è il tentativo di salvare capra e cavoli: il sincretismo porta sempre verso minestroni indigesti e poco comprensibili.
E’ semplicemente cercare di stare davvero con i piedi per terra. Il Natale non è certamente la corsa ai regali o l’obbligo dei falsi sorrisi alle cene aziendali. Non è vuota tradizione. Il Natale parla in modo poeticamente crudo della bellezza e della trepidazione della nascita di un bambino. Inatteso, escluso, venerato, minacciato, desiderato da sempre, incompreso.
Se si sta con i piedi ben radicati a terra, è possibile alzare lo sguardo al cielo. E’ possibile prendere in braccio un bambino e sentire che c’è un mondo che pulsa e chiede di essere preservato, onorato, messo nelle condizioni di poter andare verso il futuro nel migliore dei modi.
Senza radicamento, senza una continua tensione verso l’alto e verso l’altro, senza la capacità di stare insieme con reciproca cura e rispetto, non esiste alcuna disciplina. E l’Aikido è vuota tecnica. E anche questo è un necessario realismo da cui è bene sempre ripartire.
Nel Natale Dio si rivela per quello che è: un bambino che può essere accolto, preso in braccio e così spostare il nostro sguardo dal nostro ombelico a un “noi” più grande. Un bambino che può essere ignorato e negato, lasciandoci l’amara realtà di una solitudine riempita di placebo.
Il Natale, a ben guardare, non è questione di fede ma di come ci poniamo noi di fronte a un incontro. Non è una questione (solo) di sentimento ma di realtà.
Buon Avvento!
Andrea e Sara
Disclaimer: foto di Foto di Torsten Dettlaff da Pexels