Di recente, abbiamo avuto l’opportunità di essere invitati in un Dojo, qui a Torino, nel quale alcuni dei nostri amici praticano il Karate Shotokan. Lo scopo della nostra visita era quello di condividere con i membri del Dojo alcuni aspetti relativi alla nostra pratica dell’Aikido.
Ci siamo quindi incontrati e per noi è stata un’esperienza incredibile e un momento di vera ispirazione.
Abbiamo fatto del nostro meglio per mostrare qualche tecnica base, giusto per introdurre qualche principio e qualche connessione tra Karate ed Aikido.
Ma non era quello il punto: il Sensei che gestisce il Dojo che ci ha ospitati ha un’esperienza di quarantasette anni, è un settimo Dan e, ovviamente, sarebbe suonato abbastanza arrogante pretendere di mostrare a lui ed ai suoi allievi anziani qualcosa di veramente nuovo.
Tuttavia, il corso è composto di studenti di molti livelli, età e culture differenti. Questa è una caratteristica piuttosto comune, specialmente in quei Paesi in cui il flusso migratorio ha portato ad uno spostamento del paradigma sociale, a nuove culture e lingue che si fondono nel cuore della nostra società.
Così, mentre i titoli dei giornali stanno raccontando in questi giorni una nuova storia di guerra, in un piccolo Dojo noi siamo stati testimoni di un piccolo miracolo. Le stesse identiche culture, le stesse lingue, religioni e identità sessuali che sono una opposta all’altra in molte zone di guerra, hanno fatto esperienza di rispetto, di mutua comprensione e sono state capaci di condividere valori comuni e di sorridere insieme.
La passione per i valori della disciplina è quello che dà la spinta a Sensei di alto grado e agli allievi più esperti, i quali non hanno altro scopo se non insegnare quei valori.
Questo crea una sfera di rispetto e di curiosità, che trasforma un comune allenamento di Aikido in un’opportunità per guardare insieme al mondo, da una prospettiva differente rispetto a quella a cui è abituato un Karateka. Questo porta a un nuovo livello di consapevolezza, aumentando, come risultato finale, il livello di una comune ricerca di un significato più profondo e più vero della parola “pace”.
Ovviamente, qualche pillola di tecnica è stata comunque somministrata. Ma è così importante, dopo tutto?
O forse non siamo noi tutti in cerca di comprendere davvero il perché…
“Gli altri siamo noi”?
Discalimer Photo by svklimkin on Unsplash