Estate, tempo di chiusure delle strutture in cui pratichiamo lungo la settimana.
Tempo di necessario riposo per dare a corpo mente e spirito spazi e modi per interrompere la routine quotidiana dell’anno di attività e fare il pieno di energie nuove e nuovi stimoli.
La pausa estiva è una grande opportunità per lavorare sul proprio sistema psicofisico, anche in assenza delle sessioni ordinarie di allenamento.
Per questo, ci si può dotare di pochi strumenti, compatti, trasportabili e a basso costo, che ci permettono di lavorare su alcune qualità della pratica anche di fronte al bagnasciuga o durante un’escursione.
Oggi parliamo del simpatico attrezzo rappresentato nella foto di copertina dell’articolo.
E’ un anello in elastomero (una gomma resistente ma deformabile se compressa), fornito in tre densità e resistenze diverse. Noi abbiamo scelto quello intermedio, che offre una resistenza significativa ma non estrema. Il livello base è poco resistente e potrebbe spezzarsi in mani robuste.
Esistono tanti attrezzi simili, tipicamente delle pinze con delle molle più o meno resistenti, utilizzate per la riabilitazione di mano e avambraccio dopo lesioni e interventi chirurgici. Vanno bene tutti! Noi abbiamo scelto questo perché è piccolo, colorato, allegro, lo si mette dappertutto e non ha parti in metallo.
Usare questo attrezzo significa immediatamente rendersi conto della asimmetria delle nostre mani. Non è un mistero: abbiamo un lato predominante. Da un lato la presa è più fluida e potente, dall’altro di meno.
Per chi, come un praticante di arti marziali, “vive” di prese, questo anello diventa un compagno di allenamento molto interessante.
Innanzitutto permette di rafforzare la capacità di presa (e questo serve anche per le attività di tutti i giorni e fare bella figura al bar quando si svita un tappo che nessun altro riesce a muovere…Anche i marzialisti hanno le loro modalità di fare la prova costume).
Secondariamente, contribuisce allo sviluppo e al mantenimento della lateralità. Il sistema percepisce con fastidio la sequenza di contrazioni fatta dalla mano più debole: questo è appunto segno che il lavoro deve essere fatto e anche bene!
Ma soprattutto -e in particolar modo per chi pratica Aikido o Judo- questo attrezzo permette di sentire quanto l’intera catena muscolo-scheletrica che dalla mano risale verso la cintura scapolare sia o meno rilassata quando la mano si contrae per comprimere l’anello.
L’allenamento della piena presenza è uno dei pilastri della pratica marziale. La piena focalizzazione dell’energia in una presa non è un processo immediato.
Stringere un polso è facile: chiunque abbia l’uso di un pollice opponibile ci riesce.
Stringerlo per veicolare attraverso la presa la propria intenzione ed energia per “toccare” il centro del proprio compagno di pratica, non è così semplice.
Fare tutto ciò mantenendo il resto del sistema (diciamo dall’avambraccio in su) rilassato e pronto ad un movimento fluido e decontratto non è assolutamente semplice.
Per una manciata di euro, al valore di un gelato e senza necessità di trasportare il dojo e i nostri compagni di pratica in vacanza con noi, possiamo dotarci di uno strumento con cui lavorare ogni giorno con intensità su uno dei punti chiave della pratica.
In generale, quindi, l’estate è quel momento speciale in cui dedicarsi ad alcuni dettagli sui quali non sempre c’è tempo di soffermarsi. E’ il tempo in cui sperimentare nuove buone abitudini.
Si può evitare così il “trauma” della ripresa delle attività a settembre, che richiede sempre qualche settimana per essere assorbito e restituire una condizione fisica e mentale ottimale per la pratica.