Recentemente abbiamo partecipato ad una meditazione guidata. Il tema era “la paura del nostro futuro”.
Dopo tre profondi respiri mi sono ritrovata a camminare lungo un marciapiede, era stretto e lungo. Alla mia sinistra era presente un altissimo muro di pietra, ruvido e riscaldato dal sole. Camminavo lentamente. Ero sola.
La voce mi guidava a percorrere questa strada sapendo che ad un certo punto mi sarei ritrovata alla fine del muro e, svoltato l’angolo, avrei potuto guardare il mio futuro.
Più mi avvicinavo all’angolo e minore era la mia velocità nel camminare. Quasi a volermi fermare.
Per poter proseguire sentivo la necessità di toccare con entrambe le mani questo muro solido, imponente, caldo. Mi dava sicurezza.
Giunta alla fine del muro non trovavo il coraggio di svoltare l’angolo. Ho quindi appoggiato la schiena al muro e con il palmo della mano ho iniziato a tastare il muro che si trovava a perpendicolo. A differenza del muro di pietra, quello che stavo toccando era incredibilmente liscio, freddo.
Non so come ma alla fine trovai il coraggio di svoltare l’angolo con tutto il mio corpo.
Subito ebbi la sensazione di avere un forte vento frontale, simile al Maestrale. Solo dopo notai che mi trovavo in cima a un colle rivestito da una manto erboso verdissimo.
Osservando meglio l’orizzonte, vidi in lontananza una casetta solitaria fronte mare. Era carina, in pietra e legno. Decisi di avvicinarmi.
L’istante dopo mi trovai dentro questa casetta ad osservare una scena dolcissima. C’era una coppia di anziani, entrambi seduti su una sedia a dondolo, circondati da molti bambini. Questi ultimi erano seduti per terra e ascoltavano con curiosità le storie raccontate da questi anziani. Poi scoprii che quegli anziani eravamo proprio io e Andrea!
La scena mi fece commuovere a tal punto che iniziai a lacrimare tutto il tempo restante della meditazione.
Dapprima io ero esterna a questa scena. Osservavo come se fossi una telecamera nascosta. Nessuno si accorgeva della mia presenza.
Poi, senza sapere come, io non ero più la ragazza giovane che aveva avuto il coraggio di svoltare l’angolo, e mi ritrovai seduta su quella sedia a dondolo. Ero proprio io, l’anziana signora.
Successivamente, la meditazione proseguì con l’immagine di me, anziana, che teneva per mano Andrea, anziano, e insieme camminavamo verso la terrazza di quella casetta. Si affacciava sul mare.
Conoscevo bene quel panorama…. era il mare del nord della Sardegna….era l’ora del tramonto.
Andrea ed io stavamo osservando in silenzio il Sole che lentamente scendeva sul mare. Eravamo consapevoli che quel tramonto era il nostro tramonto.
Questa consapevolezza non mi spaventava ma, anzi, mi faceva commuovere dalla felicità di quanto vissuto durante l’intera vita. Era una sensazione di immensa gratitudine.
Ero curiosa di vedere cosa sarebbe successo una volta giunta la sera ma la voce che ci guidava nella meditazione ci richiamò. Dovevamo rientrare da dove eravamo venuti…al presente.
L’istante dopo io ero nuovamente la ragazza che stava osservando cosa c’era svoltato l’angolo.
Questa volta però non ero io a camminare verso un luogo. Ero sollevata da terra di qualche centimetro e, continuando ad osservare la casetta che man mano si allontanava, io venivo come spostata dal vento, con dolcezza, verso la direzione del mio muro di pietra, risalendo il colle.
Dopo altri tre respiri profondi e tre tocchi di campana aprii gli occhi. La meditazione era terminata. Io ero con il volto umido dalle lacrime…
La parte di condivisione post meditazione è stata molto interessante poiché per alcuni di noi l’esperienza era stata piacevole mentre per altri era stata terribile.
Che cosa abbiamo visto durante la meditazione?
Di certo non il nostro futuro poiché non è stato ancora scritto. Molto probabilmente abbiamo visto la proiezione delle nostre scelte e delle nostre paure attuali. La consapevolezza di vivere un presente più vicino ai nostri desideri può aiutare a percepire un futuro positivo per noi. Mentre la consapevolezza di essere in un presente che non ci soddisfa aumenta a dismisura la paura e l’incertezza del nostro futuro.
Io non desidero sapere in anticipo il mio futuro, cosa sarà di me, perché mi perderei la bellezza della sorpresa.
La vita per me è un susseguirsi di eventi, a volte piacevoli a volte meno, ma unici ed irripetibili come i secondi che scandiscono il presente.
Esattamente come quando sul tatami cerchiamo di focalizzarci sul “qui ed ora” al fine di essere pronti ad agire e non a reagire ad un attacco.
Se abbiamo paura del nostro futuro allora potrebbe essere utile fare una scansione del nostro presente. Avere il coraggio di specchiarsi e di evidenziare cosa ci piace e cosa vorremmo cambiare. Non occorre per forza stravolgere tutto, a volte basta una piccola modifica di direzione per poi, col tempo, ritrovarci in luoghi che non avremmo mai pensato di poter raggiungere.
La vita è un viaggio unico e meraviglioso. Ciascuno di noi può scegliere con chi farlo. Spesso incontriamo compagni di viaggio che ci affiancano solo per alcuni brevi tratti e altri con cui condividiamo periodi più lunghi. Nessuna esperienza, nessun incontro dev’essere vano.
Il biglietto per questo viaggio ci è stato donato con la nascita. Ora tocca a noi scegliere come proseguirlo.
E allora….buon viaggio!
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